Una bottiglia di plastica intrappolata ha evocato nell'autrice l'immagine della danza dei sufi. Questa danza, che si ripete all'infinito, diventa una metafora della ciclicità della vita stessa, e allo stesso tempo un richiamo alla natura eterna della plastica. Proprio come i sufi girano in un movimento incessante, così la plastica, sebbene sia una creazione umana, sembra destinata a persistere senza fine, intrappolata nel nostro mondo. L'autrice vede in questo parallelo un rimando alla condizione umana: un'eterna ripetizione, un ciclo che non si ferma, dove la plastica diventa simbolo di ciò che rimane, persistente e indistruttibile.
© Bruna Ginammi, 2025